Ipnosi e psicoterapia a Cagliari

domenica 30 settembre 2018

Vorresti spegnere la fame mentale e perdere peso? Con questa tecnica puoi farcela.

Care lettrici e lettori, 
tra le persone che hanno difficoltà a dimagrire ne individuo 3 macrocategorie:
1) chi è a dieta e ha delle abbuffate compulsive nelle quali perde il controllo, mangia a dismisura qualunque cosa, poi o vomita o si tiene il senso di colpa. Sempre sole, mai in compagnia. 
2) chi è a dieta, ma decide a un pranzo con amici di mangiare tutto per il gusto di farlo.
3) Chi è a dieta ma in mezzo a un fuoco "amico" di critiche, suggerimenti non richiesti, consigli inopportuni, giudizi relativi al peso e all'alimentazione. Un esempio può essere la mamma che ricorda alla figlia quanto sia importante la dieta e avere un'alimentazione sana.
In tutte e 3 le situazioni è presente una (o più) criticità, perché se da un alto la persona vuole perdere peso, dall'altra boicotta questa scelta. 
A coloro che pensano che sia solo forza di volontà, voglio ricordare quanto siano feroci certi condizionamenti familiari che ti inducono a fare una cosa che già tu vorresti fare con fatica, ma, vivendole come costrizione ottieni l'effetto opposto. Avete presente l'ansia da prestazione di alcuni cadetti alla Rocco Siffredy academy? Ecco...
In questo video voglio spiegarti come gestire la fame mentale con una tecnica molto particolare: le suggestioni avversative.
Ti descriverò uno spaccato della terapia, nella quale ho utilizzato delle suggestioni per creare un profondo disgusto verso i dolci, oggetto di abbuffate compulsive. Se hai un'amica con questo problema, credimi, questo video potrebbe aiutarla, quindi condividilo pure.
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giovedì 27 settembre 2018

La frase del giorno

Ho visto un signore di 70 anni oggi in studio, ma la sua testa è quella di un 25 enne: pieno di idee, interessi, voglia di fare, creatività, oltre che una vita decisamente fuori dal comune da raccontare. Da qualche giorno ha deciso di andare avanti nonostante il sintomo, riprendere a fare le cose e andare avanti. Da ammirare. Quanto conta l'età e quanto conta la persona?



5 consigli se hai il sonno disturbato.

Hai il sonno disturbato e non sai come fare? 🛌
In questo video ti darò 5 consigli pratici che mi hanno molto aiutato, e vorrei condividerli con te e con chi ne ha bisogno. Quindi se conosci qualcuno a cui questo video può essere utile, condividilo pure. 😎


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mercoledì 26 settembre 2018

Il cancro secondo Nadia Toffa è un dono. La pensate così anche voi?

Risultati immagini per nadia toffa fiorire d'inverno
L'ardito binomio metafisico cancro-dono della Toffa non è affatto di immediata comprensione, e genera scontate reazioni indignate da parte di chi è stato vittima diretta o indiretta di forme cancro spietate, con orribili decorsi da incubo. 

Situazioni che ho visto nei tanti anni che ho passato negli ambulatori della terapia del dolore, e tante persone che ho conosciuto, che mai dimenticherò. 
Nessuno dei miei pazienti ora scomparso ha mai parlato di dono, chissà perché. Erano preoccupati di sopravvivere il più a lungo possibile per mettere a posto le cose per il "dopo di loro", perché sentivano che il loro tempo stava giungendo al termine. Altri andavano avanti per inerzia tra tanti farmaci, visite, peggioramenti, niente e nessuno da ringraziare se non hai le energie nemmeno per uscire di casa. Quindi è bene fare dei distinguo.
C'è poi chi affronta forme tumorali meno aggressive, o comunque non fatali, per le quali le probabilità di sopravvivenza nel lungo termine sono molto alte, e consentono una qualità di vita molto buona. Queste persone a seguito della malattia (ma questo vale per qualunque malattia grave) vanno incontro a un cambiamento interiore. La malattia fa stabilire nuove priorità, e dare nuovo valore alle cose che prima della malattia erano date per scontate. A mio avviso non un "merito" della malattia, ma un adattamento, una conseguenza a questa. 

Da psicologo capisco la spinta che porta a dire "sii positivo", ma facile a dirsi da chi ne sta uscendo, ma chi incassa il colpo di quelle parole è colui che sta colando a picco per colpa della malattia.
E questo non ha niente a che vedere con la malattia in senso stretto, ma con un problema di comunicazione.

Vi lascio un ottimo articolo de "il fatto quotidiano" per una lucida analisi in merito.

Di nuovo grazie per aver letto fin qui.  Iscriviti alla mia ipno-mailing list e subito per te un video di approfondimento sui miti e le leggende dell’ipnosi.  http://bit.ly/GDelogu


martedì 25 settembre 2018

Posso raggiungere l'estasi mistica con l'ipnosi?

Ogni tanto mi capitano persone che cercano nell'ipnosi qualcosa di travolgente, che ti scuota come un'esperienza mistica, che ti sconvolga per i giorni a seguire. Persone che si aspettano di addormentarsi e fare un viaggio spirituale che porti verso chissà quale nuova consapevolezza. 
Al termine dell'esperienza ipnotica, nonostante le mie ampie (quanto inutili) spiegazioni scientifiche, alcuni si mostrano delusi dicendomi "non mi sono addormentato", e dubitando che quella fatta fosse una vera esperienza di trance ipnotica.
Queste persone rappresentano certamente una percentuale minima dei miei pazienti, ma rendono chiaro un sentire comune ben radicato che abbina l'ipnosi alla spiritualità, confondendo la trance ipnotica con l'estasi mistica.
Questi fenomeni sono culturalmente trasversali, e hanno certamente dei punti in comune con la trance ipnotica dei buoni soggetti ipnotici, ma anche dei punti di divergenza.
Il primo è rappresentato dal contenuto mistico delle trance, evocato e potenziato da un contesto sociale che fa quadrato attorno alla medium/veggente (pensate al setting nelle sedute spiritiche, col tavolo dove tutti si tengono per mano).
Inoltre non esiste alcun tipo di induzione, ma la capacità di alcuni rari soggetti di accedere a uno stato modificato di coscienza con allucinazioni visive, uditive e cinestesiche a patto di essere nel giusto contesto. Infatti non si è mai sentito di un "veggente" o "medium" che cade in trance mistica mentre attraversa una strada trafficata, o mentre guida l'auto a velocità sostenuta, per cui il contesto suggestivo fa da stimolo evocativo e potenziante.
Molti di voi diranno: "fingono tutti". E' vero, senza prove documentali serie bisogna sempre dubitare (io per primo dubiterei) che chi si professa medium sia un abile simulatore, sebbene diverse inchieste sui cosiddetti "veggenti"  hanno escluso di fatto la simulazione, e misurato uno stato dissociativo analogo allo stato ipnotico. 
La mia ipotesi è che le dinamiche di  questi fenomeni siano analoghe a quelle delle ipnosi da palco, dove l'emulazione e la suggestione di gruppo svolge un ruolo fondamentale. Contesti diversi ma dinamiche simili. 
Quindi, chi cerca l'ipnosi per avere un'estasi mistica o un'esperienza sconvolgente, ha il 90% delle probabilità di rimanere deluso. Chi invece si accosta alla psicoterapia ipnotica con aspettative più realistiche, avrà la possibilità di iniziare un cambiamento. Vedo coi miei occhi che le persone che vengono in studio entrano in un modo, e alla fine del percorso escono da quella porta cambiate.
Vi sembra poco?

Grazie per aver letto fin qui. Ne vuoi sapere di più? Iscriviti alla mia ipno-mailing list e subito per te un video di approfondimento sui miti e le leggende dell’ipnosi.  http://bit.ly/GDelogu



domenica 23 settembre 2018

Vuoi smettere di fumare? Ecco 5 strategie



Care lettrici e lettori,
ho scritto parecchio sul fumo e smettere di fumare. Cagliari come qualunque città non è esente dalla dipendenza da tabacco, è una questione che valica i confini.
In questo video ti darò 5 consigli pratici che potrai mettere in atto fin da subito.

Dott. Delogu

mercoledì 19 settembre 2018

Vittima dei bulli scappa di casa. Voi cosa avreste fatto?

Mi ha molto colpito leggere la notizia del 13enne che dopo la scuola è scappato invece che tornare a casa. Ai carabinieri che l'hanno trovato, ha riferito di essere terrorizzato dall'idea di tornare nel mirino dei bulli. Essendo anch'io un papà posso solo immaginare la devastazione nel non vedere il proprio figlio fare ritorno.
Questi genitori dovranno rispondere alla richiesta di aiuto del figlio in maniera efficace. E non parlo di chiuderlo in una campana di vetro facendogli cambiare scuola. Il loro figlio non possiede le risorse per gestire le aggressioni dei compagni, quindi ha usato  l'evitamento come unica risorsa disponibile. Pensateci: avrebbe potuto rispondere a tono ai compagni, minacciare qualcuno se necessario, allertare i genitori, professori, amici, si sarebbe potuto iscrivere a boxe e stenderne qualcuno e la cosa sarebbe finita lì. Non ha fatto niente di tutto ciò, sarà salito su un pullman senza un posto dove andare, senza soldi,  senza un programma. Io questo lo chiamo grido di aiuto. 
I genitori dovranno insegnargli un alfabeto sociale (e forse impararlo a loro volta) per gestire ogni genere di comunicazione: passiva, aggressiva, assertiva e manipolatoria.
Però viene da chiedersi: come mai a 13 anni tutti hanno imparato come gestirsi coi compagni, e lui no?
Posso formulare diverse ipotesi: genitori aggressivi possono strutturare un figlio passivo e succube; genitori passivi possono strutturare un figlio passivo per apprendimento per imitazione; genitori manipolatori possono manipolare il figlio e privarlo di ogni autonomia decisionale, facendo leva sui suoi sensi di colpa. Genitori passivo-aggressivi e anaffettivi possono portare un figlio a bloccare le emozioni, in primis la rabbia, se proibita dal contesto familiare. Ma cosa succede in un contesto extra-familiare dove valgono regole diverse se non opposte rispetto a quelle di casa? Dove ti mancano di rispetto quando a casa è obbligatorio rispettarsi? Dove i compagni ti prendono a calci e tu ha la rabbia bloccata perché nessuno ti ha mai insegnato/concesso di esprimerla?
Per questo motivo l'intera famiglia deve andare in terapia, perché se il figlio è scappato invece che chiedere aiuto ai genitori, significa che da quel versante c'è qualcosa che non funziona.
Poi, per carità, possiamo scagliare le lance contro i bulli privi di empatia, ma per come la vedo io la priorità è che quel ragazzino impari a stare in qualunque contesto sociale, invece che salire sul primo pullman e sparire nel nulla.

Grazie per aver letto questo articolo. Se ti interessa e vuoi ricevere contenuti speciali come video, tutorial, clicca qui http://bit.ly/GDelogu

martedì 18 settembre 2018

Tutte e persone sono ipnotizzabili?

Pillole di #ipnosi
Tutte le persone sono ipnotizzabili? 🌀
Spesso i miei pazienti mi rivolgono questa domanda: “ma sarò ipotizzabile?” E aggiungono “secondo me no perché non sono molto suggestionabile e ho un carattere forte”. 
Si tratta di un errore comune pensare che le persone con un alto livello di suscettibilità ipnotica siano timide, introverse, facilmente plagiabili. In realtà delle ricerche scientifiche hanno dimostrato che il tratto di personalità non ha nulla a che vedere con la suscettibilità ipnotica. 
Ho trovato mie pazienti molto fragili super resistenti all’ipnosi, altre con un carattere e una determinazione d’acciaio che hanno valicato i confini europei per lavoro distaccandosi da tutto e tutti, che sono degli ottimi soggetti. 
Ma allora cosa determina l’essere ipotizzabili? 
Anche qui ci vengono incontro le ricerche scientifiche, che hanno dimostrato che le uniche variabili che entrano in gioco sono
1. la capacità immaginativa
2. il rapporto di fiducia che viene a crearsi tra ipnotica e soggetto ipnotizzato.

Questi due elementi sono imprescindibili, è l’unione di questi due elementi che dà la possibilità di andare in una trance profonda. In assenza di un pieno rapporto di fiducia, la sola capacità immaginativa è inutile, prevale la diffidenza all’interno della persona che genera una resistenza che manderebbe a monte la migliore delle strategie terapeutiche. 
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