Ipnosi e psicoterapia a Cagliari

giovedì 24 aprile 2014

Prima seduta con un ipnotista: cosa si fa esattamente. Alcune importanti precisazioni.

Cari lettori,
sapete che fare una prima seduta con uno psicologo non è come fare una chiacchierata con un amico, ne ho parlato già qui nella parte 1 e nella parte 2
Chiamiamo le cose col loro nome: colloquio clinico.
Il colloquio clinico è uno dei modelli di colloquio in psicologia clinica, razionalizzata dal nomenclatore e tariffario dell'Ordine Nazionale degli Psicologi che trovate qui.
Per praticità il primo colloquio psicologico viene diviso in fasi:
1) Raccolta dei dati anamnestici
2)  analisi della domanda,
3) ricostruire i processi che sottendono il problema riportato,
4) individuare gli obiettivi della terapia immediati e a lungo termine dell'eventuale trattamento,
5) identificare le modalità di trattamento appropriate
6)decidere circa la possibilità della presa in carico.

Sembra tutto facile? Vi assicuro che quando si presenta una persona che di fronte alla domanda "qual'è l'obiettivo della terapia?", risponde "non lo so", è necessario  indirizzare strategicamente il colloquio con tecniche evolute proprie della cassetta degli attrezzi dello psicologo o dello psichiatra.
Queste sono le grandi differenze tra una chiacchierata con un amico e un primo colloquio clinico con uno psicoterapeuta. 
Il primo colloquio è un momento molto impegnativo, a volte più  della 5° o 7° seduta, e per tutte queste ragioni è a pagamento.
Entrando nel mio lavoro specifico di psicoterapeuta che usa (anche e non solo)  l'ipnosi ericksoniana, può capitare che durante 1° colloquio (o prima seduta), a seconda dei contenuti emersi non ci sia il tempo di fare usare l'ipnosi, e vorrei fosse chiaro che questo non dipende dalla mia volontà ma dal fatto che talvolta la sola analisi della domanda e spiegazione dell'approccio possono richiedere un'ora intera.  Ciò non toglie che abbia fatto e farò sempre il possibile (e l'impossibile) per includere nel primo colloquio un approccio pratico preliminare di ipnosi, talvolta sforando oltre l'orario della seduta, ma questo a volte non è possibile. 
Per i pochi che l'hanno pensato, tengo a precisare che questo mio comportamento è una mia libera scelta, ma non è dovuto. Ciò implica che non sono tenuto a fare ipnosi "alla cieca", se non ho un quadro preciso della persona, o se ho i minuti contati. 
Sono uno psicoterapeuta specializzato in psicoterapia ipnotica e iscritto a un ordine professionale degli psicologi, non un "ipnotista"che ha fatto un corso di 3 giorni, pertanto ho dei doveri di tutela verso la persona che si rivolge a me, sia nel valutare lo strumento più adatto alla persona che ho di fronte, sia nel decidere se prenderla in carico o no. 

Grazie.

Dott. Delogu






mercoledì 16 aprile 2014

Ipnosi istantanea: la mia esperienza.


Per diverso tempo mi sono occupato del fenomeno dell'ipnosi istantanea o ipnosi rapida, in inglese "istant induction", "speed hypnosis", "speed trance", e divenne per me un tormentone, quasi un'ossessione. Ma andiamo con ordine.
Ero già al 3° anno della scuola di psicoterapia ipnotica, avevo già visto molti video su youtube che mi lasciavano incredulo, a tratti scettico. Video come questo sotto.

Mi chiedevo: se questo tipo di ipnosi è reale, perché non la usano tutti? Se è possibile mandare in trance una persona in 2 secondi, perché non farlo sempre? 
La mia visione dell'ipnosi all'epoca era fortemente incentrata sulla tecnica, sull'eseguire i protocolli, e non sulla relazione e sul processo terapeutico. Avevo ancora bisogno di "imparare l'arte", prima di metterla da parte. 
Nella scuola di specializzazione in psicoterapia ipnotica nessuno sapeva usare quelle tecniche, né sapevano spiegare le dinamiche, e io ne ero quanto mai incuriosito.
La svolta avvenne nel congresso internazionale di ipnosi tenutosi a Roma diversi anni fa, quando un medico tenne una interessantissima relazione su questo tipo di induzione, con dimostrazioni finali. 
La sala era strapiena, a differenza di altre sale con relazioni più "impegnate" e questo mi fece pensare come gli aspetti spettacolari dell'ipnosi (e non solo) forniscano sempre un richiamo eccezionale anche per chi è già esperto del settore. 
Queste tecniche funzionano? Rispondere con un sì o con un no sarebbe troppo riduttivo. La risposta corretta è: dipende dal contesto, dal rapport, dal livello di ipotizzabilità del soggetto e da ciò che in inglese prende il nome di "confidence", cioè la ferma convinzione dell'ipnotista che il soggetto andrà in trance al 100%. La tecnica in sé è un rituale "magico" che dà sicurezza all'ipnotista, e per il soggetto ipnotizzato è come il rito dello sciamano che lo trasformerà. C'è dell'atavico, dell'ancestrale in questa forma di comunicazione.
Ma la tecnica è solo un mezzo per dare il permesso al soggetto di entrare in trance, non è un interruttore on-off. Esistono infatti tecniche di ipnosi senza contatto corporeo, senza shock, senza l'uso della parola, che in inglese prende il nome di fascination, in italiano "fascinazione", cioè mandare in trance una persona attraverso la fissazione dello sguardo (sì, come Mandrake). Guardate qui
 Tecniche da strada, da palco, ne esistono a decine se non a centinaia -e su youtube ciascuno mostra la propria personalizzata- , ma non bisogna cadere nell'errore di pensare "se muovo le mani in quel modo, lo fisso, allora va in trance", perché non è la tecnica che funziona, qualunque tecnica sia, anche la più complessa, ma il contesto di ipnosi, la sicurezza assoluta dell'ipnotista, una forte alleanza col soggetto che fanno funzionare la tecnica.
L'ipnosi funziona anche senza usare le 8-words, o arm-pull, hand shake, e questo deve far pensare che la magia non sta nella tecnica più o meno eclatante, ma in ciò che trasmette una persona a un'altra.

E' per me obbligatorio a questo punto, dopo aver praticato moltissime induzioni con le tecniche di ipnosi istantanea, spiegare perché non le applico più, salvo, su richiesta in eventi di formazione.
La ragione principale è che questo modo di fare ipnosi mette in risalto il mito del potere dell'ipnotista che è in grado di far perdere il controllo a una persona con una misteriosa tecnica, o attraverso misteriosi poteri personali. Questo è totalmente FALSO, e alimenta quelle paure popolari dell'ipnosi che con grandi sforzi cerco di contrastare col mio lavoro. Se ci fosse una persona che non crede "a quelle cose" al posto del soggetto del video sopra, vi assicuro che come il tipo sventola la mano davanti alla sua faccia, quello non aspetterebbe un solo attimo per andarsene, o per ridergli in faccia. Se un soggetto oppone resistenza, l'ipnosi non funziona.
Il secondo motivo è che per praticare queste tecniche bisogna invadere lo spazio personale dell'individuo ed esercitare un alto grado di dominio sull'altro,  e per motivi deontologici trovo questo profondamente scorretto in un contesto di psicoterapia.
Il terzo motivo è il concetto di pericolosità dell'ipnosi: chi assiste a queste scene e vede una persona a cui vuole bene crollare in avanti come l'ipnotista fa un gesto, come minimo si preoccupa, e non si sottoporrà mai a una psicoterapia che usa l'ipnosi come tecnica. Perché alle persone non piace l'idea di perdere il controllo, e a essere sincero nemmeno a me.
In conclusione, queste tecniche vanno bene solo in ambienti di spettacolo, per stupire un pubblico, e far aleggiare nell'aria il concetto di potere misterioso dell'ipnotista che ha fatto sognare scrittori e registi.
In un contesto di psicoterapia queste tecniche sono del tutto inadatte, per ragioni psicodinamiche di dipendenza dal terapeuta, per equilibri disfunzionali terapeuta troppo potente-soggetto troppo passivo, e per i limiti di queste tecniche che non funzionano coi soggetti scarsamente ipnotizzabili.
Rimane comunque un argomento estremamente affascinante, e vale la pena fermarsi a riflettere sulle possibilità della mente umana.

Dott. Delogu


mercoledì 9 aprile 2014

Fibromialgia: una testimonianza di coraggio.

Finalmente è arrivata la notizia che aspettavo! Il 26 marzo 2014 l'ANSA ha pubblicato la seguente notizia, presa dal Washington Post: Malata di Fibromialgia si allena a traversare a nuoto il canale inglese - nuota "contro il dolore".
Retroscena: partecipavo in qualità di relatore al convegno sulla fibromialgia a Cagliari del 2013, con un intervento sugli aspetti psicologici e sulle tecniche di gestione dell'ansia e del dolore. Di fronte a me un pubblico composto da persone con la fibromialgia. Sul palco col microfono comincio a parlare dell'impatto della malattia, e passando ai trattamenti e la loro efficacia, spiego che l'approccio multidisciplinare è quello d'elezione. Rifletto sul fatto che, malgrado ciò, la maggior parte delle fibromialgiche optano per una mono-terapia: quella farmacologica. Pur sapendo che l'immobilità peggiori la situazione, queste persone si rifiutano di fare qualunque attività fisica, a parole sono molto collaborative ma nei fatti vogliono prendere solo i farmaci aspettando che sia il farmaco a guarirle, quindi qualcosa di esterno, non di interno.
Sì, lo ammetto, mentre spiegavo queste cose provavo rabbia, perché nessuno si rifiuta di fare fisioterapia in seguito a una frattura solo perché prova dolore. E sappiamo che la riabilitazione dopo un ingessamento è molto molto dolorosa, ma nessuno -malgrado il dolore- dice "mi fa male, non lo faccio", perché sanno che se stanno fermi non guariranno mai, e se sudano per mesi con la riabilitazione, poi miglioreranno. Con la fibromialgia il discorso è identico, solo che queste persone, sbagliando e sapendo di sbagliare, dicono "sto male, sto ferma altrimenti peggioro". In entrambi i casi, della frattura e della fibromialgia, il dolore non è un campanello d'allarme, ma è un dolore che va ignorato, sopportato e superato. So che nel breve termine i dolori della fibromialgia aumentano, così come aumentava il dolore a un dito della mano quando mi presi una distorsione. Ma in quel caso l'ortopedico fu chiaro: "inizialmente il dolore sarà un segnale di pericolo, per cui dovrai tenere fermo il dito; ma poi il dolore smetterà di avere quel significato, e dovrai combatterlo". E così feci, con esercizi duri sulla chitarra classica, ogni giorno più volte al giorno, e ottenni dei miglioranti notevoli.
A un certo punto chiesi alla platea: "alzi la mano chi assume una terapia farmacologica". E tutte le mani si alzarono.
"Bene, ora alzi la mani chi, oltre alla terapia farmacologica, fa anche una psicoterapia". Meno della metà delle mani di prima si alzarono.
"Ora chi fa psicoterapia, terapia farmacologica e yoga". Pochissime mani alzate. 
"Chi fa terapia farmacologica, psicoterapia, yoga e nuoto". 2 mani alzate. 
Ho sentito molto spesso persone che dicevano "ieri sono stata un po' meglio e ho pulito tutta la casa, poi mi sono fermata per i dolori", forse pensando che pulire la casa abbia lo stesso effetto aerobico del nuoto, o forse perché pulire la casa ha una valenza psicologica più significativa del nuoto, o forse perché sono chiamate a compiere un dovere, partendo dal presupposto che la cura della propria persona occupa sempre l'ultimo posto. 
Signore e signori fibromialgiche, al di là di tutte le giustificazioni o spiegazioni che possiamo darci, nell'articolo sopra c'è la dimostrazione che allenandosi col nuoto con esercizi ad alta intensità, mettendoci impegno, costanza e determinazione, si ha un miglioramento significativo dei sintomi della fibromialgia. Se volete un'altra prova, nel sito americano sulla fibromialgia viene spiegato ulteriormente il beneficio oggettivo dell'attività aerobica, come il nuoto.
In inglese si dice "no pain, no gain": nessun dolore, nessun miglioramento. Ora sta a voi scegliere se restare bloccate in casa ad assumere costosi quanto inutili integratori, o uscire di casa e decidere di cambiare la vostra vita. 
Scrive la nuotatrice fibromialgica Katie Pumphrey: "non è importante focalizzarsi sul perché, è importante focalizzarsi su come gestirlo".
Ciascuno di noi è libero di continuare a lamentarsi senza fare niente di attivo, o di  prendere in mano la propria vita e scalare la montagna. 
Raccontò una volta Milton Erickson, grande psichiatra padre dell'ipnosi moderna, che una sera andò da lui una signora raccontandogli che aveva provati in tutti i modi di dimagrire senza esserci riuscita, e chiedendogli di utilizzare con lei l'ipnosi per farle raggiungere il suo scopo. 
Egli le rispose che se voleva fare ipnosi con lui doveva prima scalare il monte Squaw Peak alle sue spalle.  (immagine a sinistra)
La bellezza del viaggio sta nella meta che si deve raggiungere, ma da un altro punto di vista nella bellezza del viaggio stesso. Se fosse riuscita a scalare lo Squaw Peak, nella mente di quella persona sarebbe apparsa una porta con su scritto "possibilità": se sono in grado di scalare una montagna, sarò anche in grado di perdere peso. Non è un intervento magico esterno che ci cambia, ma è un cambiamento interno che avvia una serie di trasformazioni esterne. 
Molto bello il reportage di uno psicologo psicoterapeuta americano che ha scalato lo Squaw Peack e ne ha scritto le impressioni http://www.charliefantechi.com/eng/the-earth-is-flat/ 
Allenate la vostra mente e il vostro corpo a fare 3000 metri in acqua, poi riparleremo di fibromialgia e ipnosi. 
Promesso. 

Dott. Delogu

lunedì 7 aprile 2014

Maggio di informazione psicologica 2014 a Cagliari

Cari lettori, il mese prossimo si attiverà come negli ultimi 4 anni anche a Cagliari il MIP, maggio di informazione psicologica. Nel mese di maggio verranno proposti seminari gratuiti, primo colloquio gratuito con l'imbarazzo della scelta: 12 colleghi. Vi ricordo che è obbligatoria la prenotazione, sia per i seminari che peri colloqui.
Allego sotto la locandina, nella quale troverete tutti i dati e i riferimenti.
 Per qualsiasi necessità, contattatemi al 3473095315 o g.delogu@me.com

Dott. Delogu, referente MIP 2014 per la regione Sardegna.

03/05/2014 – dr. Delogu - Gruppo esperienziale: scopri come potenziare la tua autostima (Cagliari) Info e prenotazioni 3473095315

03/05/2014 - dr. Delogu - Ipnosi regressiva: limite tra il possibile e l'impossibile. (Cagliari) Info e prenotazioni 3473095315

05/05/2014 – dr.ssa Canepa - Gruppo di sostegno per familiari oncologici (Cagliari) Info e prenotazioni 3927703408

05/05/2014 – dr.ssa Guandalini - Migliora il tuo rapporto con il cibo (Cagliari) Info e prenotazioni 3204566956

06/05/2014 - dr.ssa Guandalini - Ansia: come affrontarla e gestirla (Cagliari) - Info e prenotazioni 3204566956

06/05/2014 - dr.ssa Canepa - Gruppi di sostegno per Pazienti Oncologici (Cagliari) Info e prenotazioni 3927703408

07/05/2014 – dr. Povolo - Come diventare una coppia Felice? (Selargius) Info e prenotazioni 3404918778

07/05/2014 - dr. Delogu - Capire il linguaggio e i segnali del corpo con l'ipnosi (Cagliari) Info e prenotazioni 3473095315

08/05/2014 - dr.ssa Angioni - Training Autogeno (Sestu) Info e prenotazioni 3281174016

09/05/2014 – dr.ssa Guandalini - Aspetti psicologici della gravidanza: diventare genitori (Assemini) Info e prenotazioni 3204566956

09/05/2014 – dr. Puddu - Autostima, ansia e depressione (Cagliari) – Info e prenotazioni 333 3334184

09/05/2014 - dr.ssa Canepa - Gruppi di sostegno per familiari oncologici (Cagliari) – Info e prenotazioni 3927703408

10/05/2014 - dr. Delogu - Sviluppa la tua carriera professionale: gruppo di empowerement (Cagliari) Info e prenotazioni 3473095315

10/05/2014 – dr.ssa Staffa - Ansia e panico: verso la comprensione dell'esperienza (Quartu Sant'Elena) Info e prenotazioni 3495531936

13/05/2014 - dr.ssa Angioni - Il disturbo ossessivo compulsivo (Sestu) Info e prenotazioni 3281174016

13/05/2014 - dr.ssa Guandalini - AIDS. Comunicazione Sociale e Pregiudizio. Vent'anni di campagne istituzionali (Cagliari) Info e prenotazioni 3204566956

14/05/2014 - dr.ssa Canepa – Yoga, ipnosi e psiconcologia si incontrano per un approccio integrato alla persona (Cagliari) Info e prenotazioni 3927703408

16/05/2014 – dr. Puddu - Psicologia e religione (Cagliari ) – Info e prenotazioni 333 3334184
16/05/2014 – dr.ssa Sancassiani - Adattarsi ai cambiamenti: lo stress e le risorse per gestirlo (Cagliari) Info e prenotazioni 3493119215

17/05/2014 - dr.ssa Angioni - Emozioni in movimento (Sestu) – Info e prenotazioni 3281174016

19/05/2014 – dr.ssa Cherchi - Disturbi psicosomatici: comprenderli per risolverli! (Elmas) Info e prenotazioni 3404766104

23/05/2014 – dr.ssa Angioni - Aperitivo psicologico ad orientamento gestaltico (Sestu) Info e prenotazioni  3281174016

24/05/2014 – dr.ssa Staffa - Il corpo che esprime il dolore dell'anima: i disturbi del comportamento alimentare oggi (Quartu Sant'Elena) Info e prenotazioni 3495531936

28/05/2014 - dr. Povolo - Come diventare una coppia Felice? (Cagliari) - Info e prenotazioni 3404918778

29/05/2014 – dr.ssa Vacca - Alla ricerca della ricetta per……essere dei buoni genitori (Quartu Sant'Elena) Info e prenotazioni 3491391944

30/05/2014 - dr. Povolo - Iniziare a conoscere se stessi: punti di forza e di debolezza (Selargius) Info e prenotazioni 3404918778

31/05/2014 – dr.ssa Vacca - Ansia, paura, panico (Quartu Sant'Elena) – Info e prenotazioni 3491391944



1° Colloquio gratuito


CANEPA SILVIA (Cagliari) 3927703408 silcanepa@gmail.com

CHERCHI MICHELA (Elmas) 3404766104 michela.cherchi@tiscali.it


COLLU SIMONA (Sansperate - 09026) 3425487791 simonacollu73@hotmail.com

DELOGU GIOVANNI (Cagliari) 3473095315 g.delogu@me.com

GUANDALINI DAFNE (Cagliari/Assemini) 3204566956 dafneguandalini@live.com

LOI ZEDDA SIMONA (Cagliari) 3405630504 simonalz@libero.it


RUBANU MARIA GRAZIA (Quartu Sant'Elena) 3293954154 mg.rubanu@gmail.com




VACCA ALICE (Quartu Sant'Elena) 3491391944 ali.va@libero.it  

venerdì 4 aprile 2014

Psicologo a Cagliari: mini guida parte 3 - il labirinto delle psicoterapie


Dopo aver letto la parte 1 e la parte 2 su come trovare uno psicologo a Cagliari, (ma discorso che vale per qualunque altra città) entriamo ora nel labirinto delle psicoterapie.
Con le specializzazioni dei medici è facile orientarsi: a intuito si capisce la differenza tra oculista e oncologo, sono entrambi medici ma hanno specializzazioni diverse, per cui trattano persone con patologie diverse.
Tra gli psicoterapeuti i confini non sono affatto evidenti, e il rischio che si corre è di contattare uno psicologo psicoterapeuta privato senza sapere qual'è la sua specializzazione, rischiando di trovarsi male per l'assenza di struttura della terapia, o l'eccesso di questa.
E' così importante sapere queste cose, o un terapeuta vale l'altro?
Rispondo in questo modo: pensiamo ai dentisti, essi usano gli stessi strumenti teorici e attrezzi del mestiere; ciò basta per dire che "uno vale l'altro"? No, perché, come in tutte le professioni ci saranno professionisti più capaci, precisi, preparati di altri, a parità di strumenti terapeutici. Ma quando si parla di psicoterapia, al di là dell'aspetto personale del terapeuta, entra in gioco l'orientamento della psicoterapia che, secondo numerose ricerche scientifiche (una per tutte Roth e Fonagy, 2006) fa davvero la differenza.
Esistono moltissimi orientamenti diversi, talvolta contrapposti, che spaccano la comunità degli psicoterapeuti in due fazioni: chi segue una psicoterapia la cui efficacia è dimostrata da ampie ricerche scientifiche (pensiamo al gruppo della terapia cognitivo-comportamentale CBT), e dall'altra parte il clan di chi segue la dottrina delle scuole psicanalitiche. I due gruppi avversari si fronteggiano a colpi di libri, articoli, interviste e aspre critiche: una vera e propria guerra delle psicoterapie. Volete un esempio?
Libro nero della psicanalisi, scritto da un gruppo internazionale di scienziati e psicoterapeuti cognitivisti, che smontano i paradigmi della psicanalisi.
L'anti libro nero della psicanalisi  pronta risposta scritta da uno psicanalista francese, che smonta colpo su colpo le argomentazioni del libro precedente.

Signori, ve lo dico subito: non se ne esce. Se ci mettiamo di mezzo anche le forme di terapia messe di traverso tra le due fazioni, come la terapia della gestalt, la terapia bioenergetica e lo psicodramma, esce fuori un calderone da cui è molto difficile orientarsi, anche per chi lavora nel settore.
Tuttavia in questa sede posso darvi una bussola per orientarvi.
1) Identificate uno psicoterapeuta della nostra area geografica, chiedetegli che approccio segue. Esistono approcci ben strutturati con esercizi a casa, fuori casa, tecniche, protocolli (EMDR, terapia cognitivo-comportamentale, giusto per fare un esempio); altri senza nulla di tutto questo, una terapia dialettica secondo un'ottica psicanalitica, per cui sentirete parlare del vostro "io adulto" o "io bambino" o "io genitore", oppure di complesso di edipo, es, io superio etc.
Le terapie strutturate come la terapia cognitivo-comportamentale, emdr, breve strategica etc. sono terapie brevi, che possono aggirarsi a seconda del problema intorno alle 10 sedute, anche meno.
Le terapie ad approccio psicodinamico (per esempio la psicanalisi e l'analisi transazionale) sono terapie a lungo termine (anni).
Le terapie strutturate sono supportate da ampie ricerche scientifiche che ne dimostrano l'efficacia e l'attendibilità, mentre sul versante opposto le terapie psicanalitiche sono contrarie alla ricerca di una validazione scientifica (per motivi che non sto qui a elencare, in quanto solita liturgia) e fondano le loro basi su concetti più dottrinali che scientifici. Non è quindi dimostrata l'efficacia terapeutica.
Avrete capito quindi che anche nelle psicoterapie esistono delle ortodossie che sconfinano nell'indottrinamento e in atteggiamenti religiosi di venerazione verso i Maestri. Questo, purtroppo, avviene non sono in ambito psicanalitico, ma anche ipnotico.
2) Dopo aver capito quale orientamento segue il vostro terapeuta, il mio consiglio è di informarvi su internet, e capire esattamente in cosa consiste quella forma di psicoterapia. Soprattutto capire se è adatta per il vostro problema. Una terapia sistemico-relazionale, detta anche familiare, avrà vita dura se soffrite di ansia e non volete portare in terapia la vostra famiglia. Potrebbe essere più adatta (nonché validata scientificamente) una terapia cognitivo-comportamentale).
3) Avete capito che l'approccio e la teoria alla base ha un suo razionale, non resta che fare un paio di colloqui e vedere come vi trovate col terapeuta.
Un aspetto importante per ottenere un successo terapeutico è l'abilità del terapeuta nel saper adattare una terapia alla personalità del paziente. Questo fa la differenza tra un bravo terapeuta e uno medio, forse anche più dell'orientamento.
Avete capito?
Se avete dubbi, non esitate a contattarmi.

Dott. Delogu
g.delogu@me.com


martedì 1 aprile 2014

Psicologo a Cagliari: come trovarne uno bravo (Mini guida parte 2: l'impero colpisce ancora)

Dopo la prima parte di questa mini guida  (cliccare per leggerla) ora sapete che uno psicologo non può curarci gli attacchi di panico, se egli non è anche psicoterapeuta, e che a volte c'è una sovrapposizione di competenze tra psichiatra, neurologo, farmacologo e medico di base, dal momento che tutti e 4 possono trattare farmacologicamente una persona con gli attacchi di panico. In quel caso è meglio affidarsi a chi ci trasmette più sicurezza e competenza.
Se vogliamo usufruire del servizio offerto gratuitamente dalla nostra ASL per curare gli attacchi di panico, ci recheremo presso il Centro di Salute Mentale (CSM) territoriale della nostra area geografica, e per sapere dove dobbiamo recarci, chiederemo al medico di base. Ci recheremo quindi al CSM per prendere un appuntamento, nel quale compileranno quella che diventerà la nostra cartella clinica contenenti i nostri dati sensibili, la diagnosi e le indicazioni terapeutiche.
La cartella passerà quindi in mano allo psichiatra o agli psichiatri che ci seguiranno, i quali ascolteranno la nostra storia e ci prescriveranno, se ne avremo bisogno, una terapia farmacologica. Dietro nostra richiesta, e se c'è la possibilità in quel CSM, potremmo fare una psicoterapia con uno psicoterapeuta. Volendo possiamo fare solo la psicoterapia senza trattamento farmacologico, ipotesi da valutare con lo specialista.

Se non volete andare in un CSM, l'unica vera alterativa per risolvere un problema personale è uno psicoterapeuta privato.
Vantaggi: 1) scegliamo il terapeuta che ci piace, e se non ci dovessimo trovare bene ne cercheremo un altro. Ci sono persone che hanno girato anche 5 colleghi prima di trovare il terapeuta giusto e affrontare importanti cambiamenti. Questo per dire che non bisogna stare in terapia con uno psicoterapeuta che non ci fa sentire accolti, ascoltati, importanti, accettati e non giudicati. In questi casi è importantissimo parlarne subito, e se le cose non migliorano bisogna mantenere l'impegno verso la psicoterapia e cambiare lo psicoterapeuta.
Quando ero ragazzino dovetti andare da una psicoterapeuta che non scelsi io, che ricordo mi metteva  a disagio e mi esprimeva innaturalezza. Per un ragazzino è facile, di fronte a un adulto, sentirsi di fronte a un professore. E ricordo che per molto tempo mi sentii così. Quello che capii immediatamente fu che all'inizio il terapeuta deve adattarsi al paziente, e non il contrario.
Per studiare le relazioni tra bambini in età prescolare e la cultura infantile, il professore emerito di sociologia William Corsaro frequentò per 3 mesi una scuola materna americana fianco a fianco con i bambini. Dopo un'iniziale diffidenza, avevano cominciato a trattarlo come uno di loro, coinvolgendolo nei loro giochi, nei segreti, nel loro mondo da bambino. Si riferivano a lui come un normale compagno solo di corporatura più grande. Per ottenere questo risultato, Corsaro aveva rinunciato ad assumere con loro ogni atteggiamento da adulto. Sentitevi accolti e non giudicati dal terapeuta che sceglierete.

Vantaggi:
2) L'ambiente è riservato, pulito e ben arredato.
3) Difficilmente si incontrano altri pazienti, e se lo chiediamo è possibile fare in modo di non farsi vedere mai da nessuno.
4) Il nostro psicologo ci darà tutti i suoi recapiti, e qualunque cosa succeda possiamo chiamarlo, anche se è in ferie.
5) non siamo vincolati a nessun pacchetto di sedute, dopo il quale veniamo "mollati".
6) Possiamo scegliere l'orientamento di psicoterapia che più ci aggrada. Questo può fare la differenza.

Svantaggi: l'unico svantaggio è come dal dentista (senza trapano però): se si sta male bisogna mettere in conto un investimento economico a medio termine.
Se però i dentisti trattano i problemi dentali con gli stessi strumenti, gli psicoterapeuti, a seconda dell'orientamento di psicoterapia, trattano i pazienti con strumenti assai diversi.
E qui entriamo nel campo minato degli orientamenti di psicoterapia, che affronteremo nella prossima puntata: Mini guida parte 3: il ritorno dello psicoterapeuta.

Dott. Delogu
Psicologo psicoterapeuta, Cagliari