sapete che fare una prima seduta con uno psicologo non è come fare una chiacchierata con un amico, ne ho parlato già qui nella parte 1 e nella parte 2
Chiamiamo le cose col loro nome: colloquio clinico.
Il colloquio clinico è uno dei modelli di colloquio in psicologia clinica, razionalizzata dal nomenclatore e tariffario dell'Ordine Nazionale degli Psicologi che trovate qui.
Per praticità il primo colloquio psicologico viene diviso in fasi:
1) Raccolta dei dati anamnestici
2) analisi della domanda,
3) ricostruire i processi che sottendono il problema riportato,
4) individuare gli obiettivi della terapia immediati e a lungo termine dell'eventuale trattamento,
5) identificare le modalità di trattamento appropriate
6)decidere circa la possibilità della presa in carico.
Sembra tutto facile? Vi assicuro che quando si presenta una persona che di fronte alla domanda "qual'è l'obiettivo della terapia?", risponde "non lo so", è necessario indirizzare strategicamente il colloquio con tecniche evolute proprie della cassetta degli attrezzi dello psicologo o dello psichiatra.
Queste sono le grandi differenze tra una chiacchierata con un amico e un primo colloquio clinico con uno psicoterapeuta.
Il primo colloquio è un momento molto impegnativo, a volte più della 5° o 7° seduta, e per tutte queste ragioni è a pagamento.
Entrando nel mio lavoro specifico di psicoterapeuta che usa (anche e non solo) l'ipnosi ericksoniana, può capitare che durante 1° colloquio (o prima seduta), a seconda dei contenuti emersi non ci sia il tempo di fare usare l'ipnosi, e vorrei fosse chiaro che questo non dipende dalla mia volontà ma dal fatto che talvolta la sola analisi della domanda e spiegazione dell'approccio possono richiedere un'ora intera. Ciò non toglie che abbia fatto e farò sempre il possibile (e l'impossibile) per includere nel primo colloquio un approccio pratico preliminare di ipnosi, talvolta sforando oltre l'orario della seduta, ma questo a volte non è possibile.
Per i pochi che l'hanno pensato, tengo a precisare che questo mio comportamento è una mia libera scelta, ma non è dovuto. Ciò implica che non sono tenuto a fare ipnosi "alla cieca", se non ho un quadro preciso della persona, o se ho i minuti contati.
Sono uno psicoterapeuta specializzato in psicoterapia ipnotica e iscritto a un ordine professionale degli psicologi, non un "ipnotista"che ha fatto un corso di 3 giorni, pertanto ho dei doveri di tutela verso la persona che si rivolge a me, sia nel valutare lo strumento più adatto alla persona che ho di fronte, sia nel decidere se prenderla in carico o no.
Grazie.
Dott. Delogu
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