Col 2011, gentili lettori, si apre ufficialmente in questo blog il filone della psicologia anti-crisi economica, che vi dimostrerà come "la crisi" è prima di tutto uno scoraggiamento interiore che priva le persone della capacità di adattarsi alle nuove condizioni di mercato. Il non sapersi adattare alla domanda che è cambiata è il principale motivo per cui tutti parlano di "crisi". La bottega sotto casa che fa prezzi stellari non può competere con le offerte del discount. Se insiste nella sua staticità, saranno le condizioni ambientali stesse che selezioneranno la specie più adatta, col conseguente estinguersi delle specie che non si sono adattate.
E' la legge dell'evoluzione della specie, ma è anche la legge del mercato, un mercato che cambia molto rapidamente, dove il cellulare touch screen di oggi è già obsoleto tra 1 anno; dove il negozio di 30 anni fa oggi riapre con un'insegna cinese, dove il negozio pomposo di antiquariato, oggi lascia spazio al centro TIM.
Ma questo molte persone sembrano non capirlo. Il posto fisso oggi è sempre meno fisso, mentre crescono figure professionali limitrofe che trovano molto più spazio come liberi professionisti nel mare dell'inflazione.
Cosa vuol dire questo, in soldoni? Vuol dire che se io lavoro in un bar dove circola poca gente, è fisiologico che prima o poi verro licenziato, ma questa non è colpa della crisi, è colpa mia che rimango inchiodato in un posto di lavoro fallimentare invece che spedire il mio curriculum nella più vicina playcity o Joyvillage, dove c'è più divertimento e la gente entra a frotte. Un posto fisso per essere un buon investimento non basta che sia fisso, lo deve essere nel futuro.
Voglio mostrarvi apertamente ciò che tocco con mano ogni giorno, prima di dirvi che ho una sorpresa bellissima per voi.
Ok, c'è la crisi.
Vengo a scoprire che questa gastronomia è a 5 minuti dal mio studio, e quindi gli chiedo: "ascolti, ma com'è che io, avendo lo studio lì a due passi, non ho mai ricevuto nemmeno un volantino di questa gastronomia?".
Lui: "Beh, qualche volantino l'hanno dato, ma è la crisi, la gente non compra".
...qualche volantino.... e di nuovo la crisi.
A conti fatti questi ragazzi hanno investito soldi in attrezzature tipo girarrosto per vendere il pollo, ma hanno trascurato TUTTO il marketing, il business plan e l'indagine di mercato. Il risultato è che i clienti che entrano sono quelli che ci passano di fronte ogni giorno, chi ce l'ha sotto casa, ma io che disto 500 metri non rientro nel raggio d'azione della gastronomia, ma non perchè non mi interessa, perchè semplicemente la notizia non mi è arrivata.
Quindi non serve uno scienziato per immaginare cosa accadrà tra qualche anno: l'affitto da pagare e le spese saranno maggiori degli incassi, e il SISA che sta a meno di 1 minuto da lì venderà il pollo ad un prezzo inferiore e quindi più conveniente. Colpa della crisi?
Altro esempio. Accanto al mio studio c'è un ristorante. Ho capito che è un ristorante dal fatto che ci sono i tavolini e delle cameriere, ma non dal fatto che c'è un'insegna, perchè non c'è nessuna insegna, nessun cartello, nessuna immagine esplicativa che faccia capire il tipo di cucina, gli orari e i prezzi.
A Roma, tanto per intenderci, i ristoranti che fanno il menù fisso per turisti, solitamente hanno una lavagna con i menù scritti con colori diversi e il prezzo ben chiaro, e in aggiunta il cameriere fuori che ti saluta e ti invita ad entrare.
Roma: Menù con prezzi diversi + cameriere fuori
Cagliari: nessun menù, i camerieri dentro.
Roma: locali pieni
Cagliari: locale vuoto.
Roma: città eterna collaudata da orde di turisti internazionali
Cagliari: città di mare che si affaccia al turismo da poco
Capite come abbia grande importanza che il sardo impieghi gli stili e le tecniche che funzionano in una città che vive sostanzialmente di turismo.
Se prima aveva un senso lo slow food, oggi valgono i pasti veloci a basso prezzo per i lavoratori che hanno un'ora di pausa, e pagano con ticket restourant.
Il ristorante sotto il mio studio non accetta ticket restourant, è sempre vuoto e ha prezzi chiaramente altissimi.
Ho visto da poco che anno messo un'imitazione di menù turistico, ma l'insegna ancora non c'era, nè la lavagna, nè i camerieri che attaccano bottone quando passi.
Colpa della crisi? Ne siamo proprio sicuri?
A Roma, dentro la stazione Termini, ci sono dei negozi monomarca "a tempo". Sì, avete capito bene, a tempo. Sono costruiti su strutture in cartongesso, restano dentro la galleria 3 mesi, e quando ripassate, 3 mesi dopo, trovate altre marche, altre insegne, altro personale. Questo, nella psicologia del cliente-turista implica 2 cose:
1) passo spesso in galleria a Termini, vediamo cosa c'è
2) se c'è un vestito che mi piace lo prendo, altrimenti cambiano lo stand e non lo trovo più.
Quindi, secondo Robert Cialdini, psicologo americano autore di "le armi della persuasiione", siamo di fronte ad un meccanismo psicologico molto importante: il principio della scarsità. E in questo caso, scarsità temporale, che è lo stesso principio su cui si basano le svendite totali: puoi comprare, ma solo da giorno X al giorno Y, il che induce il cliente a comprare anche cose che non gli servono, pur di non farsi scappare l'occasione.
Credo che questo primo post sia sufficiente per smuovere dentro di voi qualcosa, per tornare a sperare, e vedere che in fondo a quel canale abbiamo tutti gli strumenti per raggiungere i nostri obiettivi.
Dr. Delogu
P.S: Nel prossimo articolo ci sarà un'intervista ad un ospite speciale. Si chiama Daniele, e molte persone lo conoscono come Daniele Doesn't matter. Se non sapete chi è, vi dico solo di cercare se youtube i suoi video, e per far prima cliccate qui http://www.youtube.com/user/DoesntmatterPodcast. Daniele ci svelerà i segreti del suo successo, e ci farà capire qual'è l'ingrediente magico per raggiungere i nostri obiettivi.
Quindi allacciatevi le cinture che questo 2011 sarà l'anno del successo lavorativo per ciascuno di voi.
A presto, e scrivetemi!
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