Ipnosi e psicoterapia a Cagliari

venerdì 1 agosto 2014

EMDR: ne parla il corriere della sera

E' recentissimo l'articolo comparso sul sito del Corriere della Sera, nella sezione neuroscienze, che vi invito a cliccare. Uno studio svolto da ricercatori tedeschi dell'università di Colonia pubblicato sulla rivista scientifica  Brain Behaviour, ha dimostrato con risultati statisticamente significativi (parliamo di evidenza scientifica, ergo non è effetto placebo) che:
"(con l'EMDR), rivivere le immagini di ricordi autobiografici negativi ne riduce l’intensità emotiva e la forza vivida, e il movimento degli occhi impedisce che a queste vengano associati pensieri intrusivi di future catastrofi tipiche del pensiero ansioso, ciò che nel linguaggio comune viene chiamato “pensiero da menagramo”. Quindi l’EDMR ridurrebbe sia l’ansia di stato che quella di tratto".
Nell'articolo di sopra viene spiegato che con l'EMDR si "forza" la mente a elaborare le informazioni traumatiche "congelate" attraverso la stimolazione bilaterale dei sue emisferi (seguire le dita o il tapping sulle mani). Il modello di riferimento di neuropsicologia cognitiva su cui poggia l'EMDR è quello dell'elaborazione centrale dell'informazione: per chi volesse approfondire cliccate qui.  
Stiamo parlando, signori, di una forma di psicoterapia breve, validata scientificamente, specifica per i traumi e per i disturbi indotti da traumi (attacchi di panico, fobie, disturbi sessuali, etc). 
Parafrasando le conclusioni dei ricercatori, elaborando i ricordi e immagini disturbanti del passato, presente e futuro,  si fa in modo che al presentarsi di un evento esterno in precedenza ansiogeno, non si abbiano più (inteso come mai più) quei pensieri e quelle reazioni fisiologiche che costituivano il disturbo.  In poche parole si risolve il problema
In quanto tempo? Poco, potrebbero bastare anche 10 sedute
La panacea per tutti i mali quindi? 
No, nella mia esperienza personale di pratica clinica l'EMDR è uno strumento solido applicabile ad ampio raggio ma con le dovute distinzioni e accorgimenti. Questo per dire che non è il coltello da chef a fare un buon cuoco, ma certamente un coltello non affilato rende impossibile la preparazione di molti piatti. Oltre alla solidità del metodo, che è evidenziato dalle ricerche, variabili aspecifiche entrano in gioco nell'efficacia complessiva: la preparazione del terapeuta (quanti terapeuti EMDR hanno fatto solo il 1° livello di EMDR? E quanto il non aver frequentato il 2° livello ne limita l'efficacia? Parecchio, credetemi), la personalità, l'intuito clinico, l'Insight del terapeuta. Queste cose unite a uno strumento (a mio avviso straordinario) come l'EMDR, ne aumentano l'efficacia
Una volta identificato il metodo, scegliete un terapeuta che vi trasmetta competenza e fiducia, è molto importante. Affidatevi poi a lui sulle scelte tecniche migliori per risolvere il vostro problema: ricordatevi che la psicoterapia la si fa in 2, e che in ogni situazione dovrete partecipare attivamente (Sì, anche con l'EMDR).
Sempre a vostra disposizione. 

Dott. Delogu 

  


domenica 13 luglio 2014

Ipnosi al posto dell'anestesia generale: questa volta è un defibrillatore automatico

E' di questi giorni una notizia che ha dell'incredibile: una donna a Oristano è stata sottoposta a un intervento per l'impianto di un defibrillatore, solo che al posto di fare l'anestesia generale si è ricorsi a una speciale forma di suggestione per non sentire il dolore: l'ipnosi. 
Viene riportato nell'articolo: “Tutto si è svolto come di routine per ciò che riguarda l’intervento, la peculiarità ha riguardato la parte introduttiva quando gli ipnologi, parlando alla paziente attraverso delle cuffie auricolari (foto sulla sinistra, ndr), l’hanno fatta cadere in un stato di ipnosi profonda, un processo che ha richiesto circa venti minuti”, hanno raccontato i medici che hanno eseguito l’operazione. L’intervento è durato circa un’ora e al termine la paziente ha dichiarato di ricordare tutto, ma di non aver sofferto. - See more at: http://www.sardegna24news.it/2014/07/11/intervento-con-lipnosi-a-oristano-la-prima-sperimentazione-sarda-48006/#sthash.V4CQWPSx.dpuf

Realtà o fantasia?
Bene, signori, questa volta è la realtà, e sono i giornali locali che parlano al posto mio, ecco le prove:
Unione Sarda
Sardegna24 News
La Gazzetta.net
La nuova Sardegna

Si parla di "sperimentazione innovativa", e questo è certamente vero in Sardegna e per il tipo di intervento, ma non bisogna dimenticare che John Esdaile nel 1845 impiegò l'anestesia ipnotica in migliaia di interventi chirurgici, come già discusso qui.
L'ipnosi è una pratica sicura nelle mani di professionisti con titoli adeguati ed esperienza certificata, che sanno riconoscere e selezionare i candidati idonei a sperimentazioni del genere.
Perché va da sé che se l'anestesia ipnotica non viene utilizzata in prima linea come procedura standard di anestesia negli interventi chirurgici, un motivo c'è, e sinceramente i motivi sono più di uno.
a) Per sviluppare un'anestesia ipnotica bisogna essere dei buoni soggetti ipnotici. Non tutte le persone arrivano a sviluppare quel tipo di dissociazione, e l'unico modo per scoprirlo è provare con alcune sedute preliminari.
b) per alcuni tipi di intervento come i trapianti o l'appendicectomia, l'ipnosi non si può utilizzare per ragioni di carattere medico: la tipologia dell'intervento è incompatibile con uno stato di coscienza modificato.
c) esistono dei rischi oggettivi: l'andamento della trance ipnotica non è lineare, ma ha un andamento a yo-yo, con punte che sfiorano livelli profondi di ipnosi e altri livelli più superficiali. Il rischio, specie in interventi di lunga durata, è che la trance si alleggerisca e il soggetto di risvegli. E' un rischio calcolato che si può prevenire con un buon lavoro preparatorio di rapport tra ipnotista e soggetto ipnotizzato, e sapendo esattamente cosa si sta facendo e perché. Difatti le persone sottoposte all'anestesia ipnotica, di fatto non avevano scelta per problemi di allergia all'anestetico.
Questo per spiegare che non è un gioco, non è un trucco né una magia: è una pratica che richiede preparazione, grande competenza di ipnosi medica e un pizzico di fortuna per scongiurare complicazioni (pur sempre di intervento si tratta).

A questo punto ritengo meritino un approfondimento le parole riportate dalla paziente, cui seguirà una mia personale esegesi:
"“Mentre mi operavano la mia mente è andata in un luogo della mia prima infanzia, la roccia ‘Culunzu pertuntu’ di Ardauli: era un posto familiare, dove la mia mente ha scelto di rifugiarsi perché mi trasmetteva serenità. Allo stesso tempo – prosegue la Ibba nello straordinario racconto dell’operazione sotto ipnosi – sentivo i due medici che mi parlavano, sentivo le mani del chirurgo e la pressione sul mio torace, ho sentito anche quando mi hanno sistemato il pacemaker e messo i punti. Percepivo tutte queste sensazioni senza provare dolore  e allo stesso tempo osservavo il mio corpo dall’alto e vedevo con precisione cosa accadeva in sala operatoria”.

 Il posto familiare dove rifugiarsi è una nota tecnica chiamata safe place o secure place, in italiano posto sicuro, e serve esattamente a ciò che ha riferito la signora nelle righe sopra: a trasmettere sicurezza e serenità, quindi qualità affettive. Vedere il corpo dall'alto è un'esperienza comune in vari fenomeni mistici ed esoterci, come i viaggi astrali, viaggi fuori dal corpo, near death experience (NDE), replicabile in ipnosi nei buoni soggetti ipnotici, utilizzando un fenomeno ipnotico chiamato "dissociazione mente-corpo". In questo caso la suggestione data è di uscire dal proprio corpo e osservarsi dall'alto, congiuntamente a un'amnesia selettiva o parziale, per cui la persona avrebbe sentito tutte le sensazioni eccetto il dolore.
E' stato un pieno successo, quindi non resta che congratularsi con l'intera equipe che ha permesso una simile procedura pionieristica.
In 8 anni che collaboro con la terapia del dolore dell'ospedale Brotzu ho trattato centinaia di casi di cefalea, fibromialgia, sindrome del colon irritabile, e in generale altre patologie con dolore cronico, per cui conosco bene a livello internazionale le tecniche usate e i vari campi di applicazione.
Non può che farmi piacere la risonanza mediatica che sta avendo l'ipnosi medica in ambito chirurgico.
Spero che sia l'imput per ampliare il livello di informazione, e schiodare per una buona volta il concetto di ipnosi dalla figura del Giucas Casella nazionale.

Dott. Delogu


martedì 8 luglio 2014

Litigi in casa? Se non vi riguardano direttamente, prendete il largo.

I ricordi del passato si possono trasformare, modificare, cambiare, e così facendo si modifica la consapevolezza che abbiamo di un evento.
Ma cosa fare se in casa nostra c'è un clima di tensione legato a incomprensioni tra i componenti?
Se la cosa non ci riguarda direttamente, ma siamo persone permeabili alle tensioni in casa, il sistema migliore è quello di porre una distanza fisica tra noi e l'oggetto della tensione.
In questo caso il detto "lontano dagli occhi lontano dal cuore", "out of sight, out of mind", "occhio non vede, cuore non duole" si rivela particolarmente prezioso.
Ecco alcune semplici regole per riuscire a sopravvivere senza eccessivi danni personali in situazioni familiari complicate -ricordiamoci che in alcuni casi, l'obiettivo principale è smettere di peggiorare, prima di pensare di star bene:
1) regola dei 10 secondi: scoppia un litigio tra familiari che non ci riguarda? Entro 10 secondi dall'inizio dobbiamo essere lontani in un posto dal quale non possiamo sentire ciò che accade. Può significare uscire di casa, o chiudersi in stanza con gli auricolari per ascoltare musica
2) La mente è fatta per pensare. Se ci allontaniamo ma restiamo a rimuginare su ciò che abbiamo sentito qualche attimo prima, non ne usciremo mai e il pensiero ci tormenterà. Quindi trovare qualcosa da fare è fondamentale: chiamare qualcuno, ascoltare musica, guardarsi un video su youtube, guardare la tv, giocare con il gatto, qualsiasi cosa vi aiuti a impegnare la mente, anche l'autoipnosi se la sapete fare.
3) Se le cose si mettono male e si vive in casa coi genitori, , entrare nell'ottica che un cambio di domicilio è la pozione miracolosa per uscire da una situazione familiare complicata. Vivere da soli in un colpo solo butta già una convivenza spiacevole, discussioni per ogni 3X2... finalmente liberi. Il lavoro diventerà una priorità.

Tutto qui?
No, esistono delle tecniche, delle quali avremo modo di parlarne a breve.

Dott. Delogu

giovedì 19 giugno 2014

Si può cambiare il passato?

Cari lettori,
certi eventi segnano la nostra vita, alcuni in positivo, altri in negativo. Ma cosa fare quando capita qualcosa che fa cambiare rotta all'approccio che abbiamo al nostro vivere?
Aspettare funziona? Il tempo guarisce davvero ogni ferita?
Purtroppo no, ci sono traumi che rimangono inalterati nel tempo nonostante siano passati 1, 10 o 30 anni.
Ma c'è una soluzione a tutto questo: è possibile modificare un ricordo, modificare il nostro passato e cambiare il modo in cui ricordiamo e percepiamo un ricordo.
Partiamo da qui: esistono diversi tipi di traumi, quelli che hanno a che vedere con la morte (pensiamo a un incidente con un unico sopravvissuto), traumi non mortali (maltrattamenti, molestie, violenze sessuali), traumi legati alla perdita di qualcuno (lutto, separazione, quando veniamo lasciati), e infine ci sono i traumi da omissione, che si verifica quando una persona vive con genitori assenti che non lo premiano, non festeggiano con lui il compleanno, e il trauma non è qualcosa che si fa, ma sta proprio nel non fare, nel non ricevere.
Ciascuno di questi traumi è possibile elaborarlo con una forma di psicoterapia specifica per i traumi, che prende il nome di EMDR, acronimo di Eye Movement Desensitization and Reprocessing, Riprocessare e desensibilizzarsi dal ricordo attraverso i movimenti oculari.
E' un forma di terapia rapida, un singolo evento si può elaborare in 1-3 sedute, mentre ricordi più complessi costituiti da più eventi, in 5-10 sedute. Considerato che altre forme di psicoterapia impiegano anni per ottenere risultati, a parità di problema, capirete la potenza di questa forma molto recente di terapia.
Nella mia personale esperienza, non ci sono mai state ricadute o viraggi sintomatologici, si tratta quindi di un protocollo standardizzato rapidi, con un'alta evidenza scientifica.
Vi segnalo  quindi il sito ufficiale dell'EMDR nel quale potrete trovare informazioni, ricerche, tecniche etc.
E vi segnalo anche questa discussione su forumsalute.it, specifica sull'EMDR nel quale vengono date risposte a domande sulla tecnica, e riportate anche delle testimonianze.
Sono 11 pagine di discussione, perciò non mi rimane che augurarvi buona lettura e ricordate...
il passato si può cambiare.

Dott. Delogu


giovedì 12 giugno 2014

Ipnosi regressiva: ciò che Brian Weiss e gli altri non dicono.

Buongiorno cari lettori,
i libri divulgativi sull'ipnosi regressiva sono certamente affascinanti, coinvolgenti e ben scritti, opere letterarie che danno speranza creando connessioni con un passato misterioso a cui ci sentiamo intimamente legati.
Ma ci sono delle realtà scomode di cui questi libri non parlano.
Nella realtà clinica non tutti i soggetti riescono a sviluppare la stessa profondità di trance ipnotica, e a dirla tutta solo pochissimi raggiungono un livello di trance profonda tale da far rivivere alla persona quegli episodi incredibili e fantastici, tali e quali la realtà, che vengono descritti nei vari libri sull'ipnosi regressiva. Le ricerche scientifiche parlano di un 15% della popolazione.
Il livello di trance dipende fortemente da due sole variabili: la capacità immaginativa (imagery involvement), cioè la capacità di immaginare e di immergersi totalmente nella propria immagine mentale, e il rapporto tra ipnotista e soggetto ipnotizzato.
Diamo per un attimo scontato quest'ultimo, e pensiamo a quante persone sono maniache del controllo, quante hanno estrema difficoltà a immaginare e a lasciarsi andare. Queste persone, in linea di massima potrebbero non essere dei buoni candidati per l'ipnosi regressiva.
Qui apro una parentesi importante: il termine "ipnosi regressiva" è tecnicamente scorretto, perché di fatto esiste l'ipnosi, e uno dei tanti modi di usare la psicoterapia ipnotica è di utilizzare il fenomeno ipnotico della regressione d'età. Quindi la la regressione temporale (passato) , o proiezione temporale (futuro) altro non sono che dei fenomeni ipnotici al pari della catalessia, scrittura automatica, amnesia, comando post ipnotico, allucinazioni visive etc. Risorse queste tipiche di vari livelli di trance ipnotica, che l'ipnotista sa utilizzare ai fini terapeutici.
A rigor di logica, se esistesse un'ipnosi regressiva (ipnosi che utilizza unicamente il fenomeno ipnotico delle regressione temporale), dovrebbe esistere anche un'ipnosi catalettica, un'ipnosi allucinatoria etc. ma così non è, pertanto il termine non è altro che un'escamotage letterario, uno slogan per identificare un fenomeno ipnotico, attribuendolo erroneamente a una forma terapeutica, come se fosse qualcosa di speciale, e che di fatto sconfina nel misticismo (come all'epoca di Mesmer nel 1800). Ipnosi regressiva o ipnosi regredita?
Dal mio personale punto di vista usare l'ipnosi solo nella forma regressiva è una forte limitazione, per ragioni tecniche e deontologiche.
La ragione tecnica riguarda l'esigua percentuale di persone in grado di sviluppare una regressione d'età con rivivificazione, ossia il rivivere il passato con allucinazione visive, uditive, cinestesiche, al punto che quella per noi è la realtà, dalla quale non ci si può risvegliare. Più o meno 8-9 persone su 10 non riescono a raggiungere quel livello di trance ipnotica.
La ragione deontologica riguarda il messaggio che si vuole far passare, di tipo spirituale -che mal si concilia con chi ha un credo diverso- e il fatto che vien da pensare che se non si ha un talento ipnotico straordinario, allora l'ipnosi non funziona.
Questo è un errore concettuale enorme, che purtroppo passa nei libri sull'ipnosi regressiva: se non rivivi sei fuori, ti tieni il problema.
Nella realtà clinica, un alto livello di ipotizzabilità non si correla in alcun modo con una maggiore percentuale di successo terapeutico.
Avete capito bene: non è che se una persona ha un impatto più profondo con le suggestioni ipnotiche, allora risolverà il problema meglio e più in fredda rispetto a un soggetto ipnotico medio. Ciò che realmente fa la differenza è il lavoro terapeutico, le scelte tecniche che si fanno durante la trance, la capacità di adattare il lavoro alla persona che abbiamo davanti.
Capita spesso inoltre che soggetti altamente ipnotizzabili, riescano a entrare molto bene nei primi ricordi dell'infanzia, ma tornando ancora indietro non rievochino alcuna immagine o ricordo. Semplicemente il nulla. E ciò capita più frequentemente di quanto possiate immaginare.
Questo per dire che il fenomeno della regressione d'età ha dei limiti sostanziali, per non parlare dell'attendibilità degli eventuali ricordi emersi.
Questa breve disamina per dirvi quindi alcune cose:
1) nei filmati su internet vengono mostrati solo i successi terapeutici, non gli insuccessi. Attenzione.
2) siamo tutti diversi, non bisogna credere a tutto ciò che si vede o si legge in materia.
3) la psicoterapia ipnotica è una forma di psicoterapia ad ampio raggio che aiuta le persone a superare difficoltà di vario genere utilizzando protocolli, metodi, stili e dinamiche profondamente diverse a seconda della persona.
4) applicare la stessa tecnica ipnotica su tutti si è rivelata statisticamente un fallimento dal punto di vista dell'efficacia terapeutica.
Consiglio personale, se volete risolvere un problema, valutate assieme allo psicoterapeuta quali sono le strade percorribili: più chance, più possibilità di risolvere il problema.
Come sempre, se siete di Cagliari, della Sardegna, o ovunque voi siate, sono a vostra disposizione.

Dott. Delogu

lunedì 12 maggio 2014

Ipnosi, yoga e psiconcologia.

Buonasera cari lettori,
volevo ricordarvi che il giorno mercoledì 14 maggio dalle ore 18 alle ore 19,30 presso la sala Thun dell'ospedale Microcitemico di Cagliari si terrà il seminario dal titolo: YOGA, IPNOSI, PSICONCOLOGIA SI INCONTRANO PER UN APPROCCIO INTEGRATO ALLA PERSONA.

L'occasione è più unica che rara: è davvero difficile trovare in un unico seminario 3 professionisti che usano metodiche diverse, che armonizzano il loro intervento al fine di trovare un punto di incontro, un'unica voce, considerando le differenze tecniche e culturali, i punti di forza e di debolezza di ciascuno.
La sala dispone di 100 posti, perciò accorrete numerosi e non ve ne pentirete.

Dott. Delogu

giovedì 24 aprile 2014

Prima seduta con un ipnotista: cosa si fa esattamente. Alcune importanti precisazioni.

Cari lettori,
sapete che fare una prima seduta con uno psicologo non è come fare una chiacchierata con un amico, ne ho parlato già qui nella parte 1 e nella parte 2
Chiamiamo le cose col loro nome: colloquio clinico.
Il colloquio clinico è uno dei modelli di colloquio in psicologia clinica, razionalizzata dal nomenclatore e tariffario dell'Ordine Nazionale degli Psicologi che trovate qui.
Per praticità il primo colloquio psicologico viene diviso in fasi:
1) Raccolta dei dati anamnestici
2)  analisi della domanda,
3) ricostruire i processi che sottendono il problema riportato,
4) individuare gli obiettivi della terapia immediati e a lungo termine dell'eventuale trattamento,
5) identificare le modalità di trattamento appropriate
6)decidere circa la possibilità della presa in carico.

Sembra tutto facile? Vi assicuro che quando si presenta una persona che di fronte alla domanda "qual'è l'obiettivo della terapia?", risponde "non lo so", è necessario  indirizzare strategicamente il colloquio con tecniche evolute proprie della cassetta degli attrezzi dello psicologo o dello psichiatra.
Queste sono le grandi differenze tra una chiacchierata con un amico e un primo colloquio clinico con uno psicoterapeuta. 
Il primo colloquio è un momento molto impegnativo, a volte più  della 5° o 7° seduta, e per tutte queste ragioni è a pagamento.
Entrando nel mio lavoro specifico di psicoterapeuta che usa (anche e non solo)  l'ipnosi ericksoniana, può capitare che durante 1° colloquio (o prima seduta), a seconda dei contenuti emersi non ci sia il tempo di fare usare l'ipnosi, e vorrei fosse chiaro che questo non dipende dalla mia volontà ma dal fatto che talvolta la sola analisi della domanda e spiegazione dell'approccio possono richiedere un'ora intera.  Ciò non toglie che abbia fatto e farò sempre il possibile (e l'impossibile) per includere nel primo colloquio un approccio pratico preliminare di ipnosi, talvolta sforando oltre l'orario della seduta, ma questo a volte non è possibile. 
Per i pochi che l'hanno pensato, tengo a precisare che questo mio comportamento è una mia libera scelta, ma non è dovuto. Ciò implica che non sono tenuto a fare ipnosi "alla cieca", se non ho un quadro preciso della persona, o se ho i minuti contati. 
Sono uno psicoterapeuta specializzato in psicoterapia ipnotica e iscritto a un ordine professionale degli psicologi, non un "ipnotista"che ha fatto un corso di 3 giorni, pertanto ho dei doveri di tutela verso la persona che si rivolge a me, sia nel valutare lo strumento più adatto alla persona che ho di fronte, sia nel decidere se prenderla in carico o no. 

Grazie.

Dott. Delogu