Care lettrici e lettori,
molto spesso svariati problemi nascono dal fatto che non siamo in grado di mettere delle regole e di farle rispettare. Mettere regole significa dire a qualcuno che quella azione da lui compiuta ci ha dato fastidio, e dirgli di non compierla più. Per esempio dire al partner che quando si esce insieme, si esce di fatto per stare insieme, non per passare tutta la serata a guardare facebook sullo smartphone.
Far rispettare le regole è la cosa più complessa, perché significa prendere delle contromisure nel caso in cui la persona non rispettasse la nostra regola. Di fatto è la decisione che segue la regola che dà valore ad essa. Per fare un esempio, sarebbe stato inutile vietare l'uso del ciclomotore senza casco, se non avessero sequestrato migliaia di veicoli per questo motivo. Oggi è molto raro (almeno a Cagliari) vedere persone senza casco, forse perché è stata "interiorizzata" la regola? Mi piacerebbe tanto credere a questa favola, ma la verità è che nessuno vuole rischiare una multa o il ritiro del mezzo. Abolire la pena significa abolire la regola. Lo stesso vale per la cintura di sicurezza, è la certezza della pena, come la definiva Benedetto Croce, a rendere valida la regola.
Questo significa che se il partner se ne infischia di ciò che gli abbiamo detto, all'uscita successiva resta attaccato allo smartphone, la serata termina immediatamente e non ci sarà una prossima uscita. Se invece dovesse facessimo finta di nulla, annulliamo la regola e impostiamo un rapporto basato sulla passività.
Se ci pensate il mondo è fatto di regole: lo sport è fatto di regole, così come i rapporti tra le persone, i rapporti lavorativi, i rapporti nella famiglia. Talvolta le regole sono esplicite, come un appuntamento dal dentista, nel quale si scrive fisicamente l'orario su un foglietto, talvolta più implicite come in famiglia.
Decidere quale regola mettere e farla rispettare non è facile, perché significa in una quale misura, perdere qualcosa.
E' giusto imporre a un partner di non guardare mai lo smartphone? Di cosa abbiamo paura?
E il problema dove sta, nel suo comportamento o nella nostra mancanza di fiducia?
Come vedete quindi a volte è necessario mettere delle regole a noi stessi, prima che agli altri, e punirci se non le rispettiamo. La religione cristiana cattolica stessa ci offre una puntuale sequenza di comportamenti codificati nei millenni quando si infrange una regola, nella fattispecie un comandamento:senso di colpa, pentimento, contrizione, penitenza, espiazione, confessione.
Impariamo prima a rispettare noi stessi le regole che ci poniamo, prima di imporle agli altri. A questo serve la sequenza ben codificata di come affrontare i nostri sbagli.
In tutto questo come può aiutare uno psicoterapeuta e in particolare l'ipnosi?
Con l'ipnosi è possibile spezzare le paure che impediscono di mettere in atto una regola, o di farla rispettare. Quante volte ho sentito pazienti che mi dicevano "lui mi tratta male, ma io non reagisco, non faccio nulla"?
E quanto fu terribile per me quella volta sentire quella ragazza in lacrime dirmi: "ho abortito perché lui me l'ha imposto".
Ecco dove porta la strada del non mettere regole a se stessi e agli altri: porta verso il subire, verso il non-fare, il mettere sempre al primo posto gli altri e mai noi stessi, per la paura di essere abbandonati, etichettati, essere "cattivi".
Con un duro e faticoso lavoro di psicoterapia è possibile smantellare tutto questo sistema terribile e imparare a rispettare noi stessi.
E allora per una volta, per la prima volta, impariamo a dire NO per noi stessi, per il nostro bene. Iniziamo a imporci questa regola.
A tutto quello che ne conseguirà, poi, se vorrete il mio aiuto ci penserò io.
Dott. Delogu
P.S: per quella persona che dubitava bonariamente del fatto che fossi io a scrivere i post, dannazione, certo che sono io.
Ipnosi e psicoterapia a Cagliari
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domenica 4 ottobre 2015
Saper mettere delle regole e dire di NO: ne siete capaci?
Pubblicato da
Dott. Giovanni Delogu
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