Cari lettori,
E’ recente la polemica della trascrizione sul registro di matrimoni gay da parte dell’On.Ignazio Marino, con grande clamore e contestazioni. La questione spacca le opinioni tra favorevoli, meno favorevoli e contrari. E in Italia in molti posti si grida allo scandalo. La sessualità risente fortemente della cultura di appartenenza, e il concetto stesso di famiglia si trasforma a seconda della cultura che la circonda e la descrive. La sessualità è quindi un aspetto dinamico, plastico e non statico. Questo significa in poche parole che certe esperienze ambigue in ambito sessuale ci confondono, disorientano la nostra identità, mettendo in dubbio la nostra eterosessualità, che si basa, nella nostra cultura, su una dicotomia assoluta: o sei eterosessuale, o sei omosessuale. Ma questa categorizzazione netta va bene nei manuali, ma poco si adatta alla realtà, dove esistono persone che hanno delle relazioni affettive stabili con un partner eterosessuale, ma sono talvolta attratte da esperienze con persone dello stesso sesso, senza alcun coinvolgimento affettivo. Queste persone in quale categoria rientrerebbero? 70% eterosessuale, 30% omosessuale? Sono "veri omosessuali" che ancora non si riconoscono tali, come qualcuno pensa? Io non ne sarei così certo.
C’è chi trova eccitante l’idea di un rapporto orale con un altro uomo, ma trova impensabile l’idea di starci insieme e farci una famiglia. C’è chi è attratto da un rapporto passivo da parte di un travestito, ma non per questo se lo sposerebbe. C'è chi sta bene con un partner dello stesso sesso, così come uno di sesso diverso.
C’è soprattutto chi accetta queste cose, e accetta questa parte di sé, in qualunque percentuale si presenti, e chi invece se ne fa una croce, sentendosi sbagliato e marchiato di una vergogna che non si cancella. Qui entra in gioco lo psicologo, che ha il compito di fare chiarezza dentro la persona, partendo da un punto fondamentale: l’accettazione. Richiede tempo, richiede una persona -nella fattispecie il terapeuta- che non sia giudicante, che accetti l’altro così com’è, e che conosca tecniche e modalità specifiche di agire. Nella mia esperienza posso dire che esiste la possibilità di stare meglio, la possibilità di avere una strada davanti laddove si pensava di essere in mare aperto, senza meta. Per coloro che si sono sentiti toccati da queste mie parole, la porta è sempre aperta.
C’è chi trova eccitante l’idea di un rapporto orale con un altro uomo, ma trova impensabile l’idea di starci insieme e farci una famiglia. C’è chi è attratto da un rapporto passivo da parte di un travestito, ma non per questo se lo sposerebbe. C'è chi
Nessun commento:
Posta un commento