Ieri era la giornata della memoria, e tutti  conoscete l'argomento di cui sto parlando. Molto è stato scritto sull'argomento,  e molto è stato detto. Vi presento qui alcuni spunti di riflessione; li butto  lì, ognuno ne tragga le sue conclusioni. 
Il dott. Zimbardo è uno psicologo sociale che fece  un famoso e tetro esperimento chiamato "esperimento carcerario di Stanford". In  pratica selezionò due gruppi di studenti universitari, e al primo gruppo  attribuì il ruolo di guardia carceraria facendo frequentare un corso vero presso  una prigione, mentre al secondo gruppo venne conferito il ruolo dei carcerati.  Nessuno dei soggetti impiegati nell'esperimento aveva delle pulsioni aggressive  sopra la norma o delle forme psicopatologiche. La conclusione potete leggerla  qui http://it.wikipedia.org/wiki/Esperimento_carcerario_di_Stanford in  pratica dopo un periodo iniziale di adattamento, le guardie cominciarono a fare  sul serio con un comportamento sadico e violento. I carcerati cominciarono a  soffrire di gravi disturbi traumatici, manifestando tra di loro in cella (la  notte con le telecamere spente) vere e proprie violenze sessuali. L'esperimento  si interruppe dopo poco tempo per il brusco precipitare degli eventi nel  carcere. Ricordo che i soggetti di entrambe i gruppi erano studenti universitari  scelti casualmente tra la popolazione della Stanford University. Non solo, anche i familiari entrarono nel ruolo, in  particolare i genitori dei carcerati arrivarono a giustificare i figli dicendo  che, se erano finiti in prigione, qualcosa dovevano pur averla fatta.  
L'essere umano è un animale capace di adattarsi a  qualsiasi situazione, in particolare entrando nel ruolo. Nel ruolo del malato in  un contesto ospedaliero, o nel ruolo del poliziotto manganellatore assalito da  una pioggia di sassi al G8 di Genova. E' capace anche di entrare nel ruolo del  no global arrabbiato e manganellato dai poliziotti fascisti. Non importa di che  fazione politica voi siate, o di quali siano le vostre idee politiche, basta che  una persona si trovi per un tempo sufficentemente lungo in un contesto  appropriato, che si comporterà in funzione del contesto. 
Al dott. Zimbardo sfuggì di mano la situazione,  perchè mise in moto un macchinario umano impossibile da fermare se non con la  forza. 
In piccolo abbiamo tanti esempi sociali  dell'esperimento del dott. Zimbardo: il bullismo nelle scuole (ruolo  dell'aggressore VS il ruolo della vittima), i fatti violenti che avvengono in  guerra in qualunque esercito di qualunque nazione verso il popolo sottomesso:  violenze sessuali, torture, sadismo. 
La proprietà del ruolo è resistente al punto tale  che nei lager i kapò, ossia i responsabili del block avevano comportamenti  simili se non peggiori degli stessi tedeschi: in questo caso l'ebreo messo a  capo della stanza sviluppava una severità e cattiveria da non differire per  nulla ad un SS se non per la divisa. 
A questo punto vi verrà da chiedermi: "ma allora se  messo nelle condizioni peggiori di ruolo anch'io diventerei una assassino  sadico"?
Qui rispondo che la responsabilità individuale, per  quanto offuscata dal contesto, non viene mai meno. Questo spiega perchè alcuni -  non tutti - soldati stuprano o torturano, e perchè alcune -non tutte-  guardie  carcerarie sottopongono i carcerati a supplizi. 
La giornata della memoria esiste perchè l'asse ha  perso, e con la forza si è interrotto un comportamento "di ruolo" giunto  all'estremo. 
Era giunto all'estremo perchè non esisteva nessun  tipo di sanzione o punizione per chi uccideva un ebreo, e questo semplice fatto  ha permesso di scavalcare il limite umano del rispetto e della dignità.  
Come dice Wiesel "ricordare servirà ai vivi",  aggiungo in particolare quando indossano una divisa, un giubbotto anti-sommossa,  o un camice. 
Dr. Delogu
 
 
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