Care lettrici e lettori,
sentite questa: l'altro giorno ero al market, era il mio turno alla cassa. Sento una voce particolare, con un timbro decisamente anomalo. La voce chiedeva "quanto costa questo?". Mi giro, e vedo una ragazza con evidenti problemi cognitivi e di deambulazione, che mostrava un articolo che aveva in mano. 9 su 10 aveva una malattia genetica, ma non sono sicuro di quale tipo fosse.
La commessa di fronte a me, prima la squadra, poi le dice "non lo so". E dopo qualche attimo, che definirei imbarazzante, aggiunge "dammi l'articolo che lo passo alla cassa". Sentito il prezzo, la ragazze riprende l'articolo e se ne va un po' barcollando. Ma io non stavo guardando lei, ma osservavo la commessa. Questa ha continuato a fissare quella povera persona mentre se ne andava, poi con un sorriso di scherno ha guardato me come per condividere il suo pensiero idiota.
Non ho soluzioni in questo caso, perché per capire certi concetti basilari è necessario avere una certa interiorità. Capire il valore delle cose, come la sofferenza dell'altro, anche se non possiamo vederle o toccarle. Poi, lo so, esistono dei paradossi incredibili di persone che piangono vedendo su YouTube il video di un cane che soffre, ma che mostrano una doppia faccia beffeggiando e mostrando disprezzo verso una persona con un evidente disagio fisico e psichico. Ma in entrambi i casi voliamo a pelo d'acqua. Per certe persone, "rispettare la sofferenza dell'altro" sono parole vuote, senza senso. Per questa persona vuote hanno molto più senso le cose materiali.
Ora una domanda per voi: come vi sareste comportati al mio posto?
Le avreste fatto una paternale, le avreste risposto "ti fa ridere?". Avreste riso anche voi? Avreste fatto finta di nulla? Avreste segnalato il suo atteggiamento al responsabile? L'avreste insultata come probabilmente si merita scatenando un putiferio?
Scrivetemelo nei commenti, sono umanamente curioso.
Dott. Delogu
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