Questa volta mi piacerebbe spezzare un po' il tono serioso del blog regalandovi un sorriso, e sperando di incuriosirvi.
Tra poco, sui vostri schermi, troverete delle soluzioni per le seguenti situazioni ironiche comunicative-trappola:
Come fare a ristabilire un ruolo positivo quando avete sbagliato tutto.
1) devo chiamare una ragazza, ma, ahimè, risponde la madre notoriamente arcigna. Mi faccio prendere da una morsa e comincio a sbiascicare "hemmmmmm, iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii, sono Fran Fran... escopotreiparlaecoElisa?". La madre arcigna mugugna "un attimo", poggia il telefono e chiede alla figlia: "chi è sto deficente?" (to be continued...)
Come farsi capire quando avete a che fare con qualcuno che può farvi passare un sacco di guai (evitando di darsi la zappa sui piedi).
2) Siete in un ritardo maledetto, avete fretta e c'è traffico. Tutte le auto vanno troppo lente per i vostri gusti, quando all'improvviso vi supera una volante coi lampeggianti accesi, e vedete che da un finestrino spunta un braccio con una paletta. Quella paletta è per voi. Oddio! Siete in regola ma non si sa mai. Vi fermate dove vi indicano, e dall'auto blu davanti alla vostra scendono due poliziotti (to be continued...).
Come dire *no* in modo efficace in una situazione difficile.
3) siete in fila al semaforo, si avvicina un extracomunitario armato di spazzolone che vuole lavarvi il parabrezza. Voi avete appena ritirato l'auto dall'autolavaggio, e non siete intenzionati nè di farvi sporcare l'auto, nè di dargli soldi purchè se ne vada. Con un mezzo sorriso dite: "no, guarda, l'ho appena lavata, facciamo alla prossima", ma quello comincia a rispondervi animatamente in una lingua che sembra un misto tra pakistano e dialetto del Gabon. Ma soprattutto sembra aver preso la vostra risposta come una sfida personale e non accenna ad andarsene (to be continued...)
Non sarebbe male se usciste alla luce del sole e cominciaste a rispondere voi a qualche domanda. Mi aiutereste a rendere la faccenda ancora più interessante.
Resterò in attesa: suvvia, non siate timidi.
Dr. Delogu
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