Care lettrici e lettori,
in rete circolano innumerevoli siti che promettono di far guarire dall'ansia in poche e semplici mosse.
Dalle terapie energetiche, alle tracce audio di visualizzazioni guidate, fino alla deriva di pseudoterapie strane e particolari. Ebbene, non bisogna farsi ingannare: c'è sempre un motivo preciso per il quale una persona avverte l'ansia. Immaginate una pentola a pressione col fuoco acceso. Il fuoco riscalda l'acqua in essa contenuta, che si trasforma in vapore. Questo col passare dei minuti, inizierà a riempire la pentola, ermeticamente chiusa, esercitando una pressione sempre più alta sulle sue pareti. A un certo punto, quando la pressione raggiunge livelli elevati, lo strategico beccuccio permetterà al vapore di uscire, creando una situazione di equilibrio. Ci siamo?
Ebbene, lo spiffero che esce dal coperchio è il nostro sintomo: l'ansia. Cosa accadrebbe se chiudessimo quel beccuccio di uscita del vapore? Semplice, la pentola esploderebbe.
Facciamo un ragionamento a ritroso: Carla ha una difficoltà enorme nel gestire certi conflitti, di fronte alla responsabile del settore non può reagire come vorrebbe e non possiede le risorse dialettiche e personali per mediare in modo diplomatico. Quindi pur di non mandare a monte tutto con una reazione violenta e perdere il posto di lavoro, preferisce subire in silenzio. Ma quando torna a casa, continua a elaborare quell'unico pensiero, incentrato sul senso di ingiustizia e desiderio di rivalsa. Il gioco è fatto, il circolo vizioso si è instaurato. Col passare dei mesi la situazione si aggrava e Carla se si mette in malattia, dorme male ha un forte senso di ansia che la accompagna.
Cerca quindi su internet qualcosa tipo "guarire dall'ansia", e trova vari rimedi, tutti volti a far sparire l'ansia. Prova tecniche varie e registrazioni, e il livello di ansia scende... per poi risollevarsi dopo qualche ora. Può forse andare avanti per il resto della sua vita ascoltando 4 tracce al giorno per tenere a bada l'ansia? E soprattutto, possiamo considerare un successo controllare l'ansia creando una dipendenza da una tecnica? No, lo considero un insuccesso. In verità la cosa dettata dal buon senso nel caso della pentola a pressione, non sarebbe spegnere il fuoco della pentola a pressione, invece che saldare il beccuccio? Quindi, nel caso della nostra Carla, significa fare una bella ipnosi regressiva, tornare a quei momenti e rimboccarsi le maniche dandosi da fare. Insegnarle delle strategie per la gestione dell'ansia può avere senso mentre si lavora sull'origine del problema, ma non può essere quella la terapia! Dovremmo poi usare una proiezione temporale per insegnare a Carla a gestire quella situazione nel migliore dei modi. Se la nostra Carla fosse un buon soggetto ipnotico, potrei risolvere questo problema in via definitiva tra le 5 e le 10 sedute.
Ebbene, qui sta il nocciolo della questione: l'ipnosi è una terapia operatore-dipendente, cioè il risultato non dipende tanto dalla tecnica di induzione, quanto da cosa si fa durante lo stato di trance, quali decisioni si prendono. E questo solo l'ipnotista può sceglierlo. Cambiando testa del terapeuta cambia la terapia e cambia anche il risultato. E non è scontato che il risultato cambi in meglio, per essere onesti. Quindi, mio consiglio personale: sinceratevi che chi pratica qualunque forma di psicoterapia abbia le idee assolutamente chiare su come procedere.
E' la base, assieme alla capacità di sintonizzarvi sulla vostra frequenza, cosa fondamentale
A presto.
Dott. Delogu
Ipnosi e psicoterapia a Cagliari
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mercoledì 7 marzo 2018
Come guarire dall'ansia... con l'ipnosi
Pubblicato da
Dott. Giovanni Delogu
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