Premesso che non ho mai incontrato una sola persona disposta a fare viaggi o spendere soldi per un problema che avrebbe potuto risolvere da sè, quelle parole mi hanno fatto molto riflettere.
Ho pensato a quando anni fa mi avevano appena operato, stavo malissimo, e c'era un'infermiera che mi stava vicino e faceva la cosa più semplice del mondo: mi teneva la mano. E io in quel momento non mi sentivo più solo. Quando si sta male la sensibilità è amplificata a mille, la solitudine diventa terribile così come l'indifferenza. Al contrario, l'empatia e la dolcezza sono una fonte da cui non ti staccheresti mai.
Ho pensato a quel sorriso gentile dell'infermiere che mi parlava dopo che mi ero svegliato dall'anestesia, e alla voce con cui mi aveva parlato. Non so perchè, ma mi veniva da piangere.
Ho pensato a quando in reparto una ragazza è stata male, e un collega medico l'ha fatta sdraiare in una stanza libera. E anche se non era una mia paziente, sono andato da lei e ho preso la sua mano tra le mie. E lei poi, quando è stata bene, ha detto che "in quel reparto sono tutti degli angeli". Ricordo i parenti, fuori in sala d'attesa, venuti da più di 200 km, preoccupati perchè la figlia non usciva più da ore. Ero uscito fuori e avevo parlato con loro.
Ho pensato a tutte quelle volte che mi sento dire "grazie", o a quando mi sorprendo sempre un po' quando un paziente mi abbraccia.
E naturalmente ho pensato a Roberto, e a come la sua sofferenza abbia dato valore alla sua vita e ad ogni istante che passavamo insieme.
La sofferenza è un Valore, la sofferenza arricchisce e crea un'energia che lega le persone che hanno sofferto. Chi ha sofferto riconosce la sofferenza dell'altro, e riscopre l'altro, riscopre se stesso.
Dopo l'esperienza della sofferenza tutta la nostra vita ha un sapore diverso, si acquista consapevolezza e si dà valore alle cose che meritano valore, tutto si ridimensiona.
Chi ha sofferto riconosce chi ha sofferto, così come riconosce chi è estraneo a tutto questo, perchè chi non ha mai conosciuto la sofferenza parla un linguaggio diverso dal nostro.
Il linguaggio, forse, del ragazzo di cui non so il nome.
Dr. Delogu