Quando entriamo in un negozio, quando ci presentano l'amica di un amico, quando abbiamo a che fare con una persona che vuole venderci qualcosa: in tutti questi momenti, siamo subissati da manierismi, atteggiamenti impostati e finta cortesia. Un modo di comunicare che sembra chiaro, ma sottende una verità che non non vorremmo trapelasse. Un buon modo per sopravvivere nella jungla là fuori è quello di cominciare a verificare se tra le nostre abilità rientra anche quella di svelare un atteggiamento finto da uno spontaneo, a partire dal sorriso.
In questo ci aiuta il Professor Paul Ekman, per intenderci è un nome che si trova nei libri di psicologia generale nel capitolo "emozioni". E' uno psicologo dell'università della California, che ha coniato la "teoria del feedback facciale". In pratica ha verificato sperimentalmente che chi sorride, anche se per finta, poi si sente più felice rispetto a prima; e chi invece produce un'espressione triste per un sufficiente periodo di tempo, dopo otterrà nei test un punteggio di umore depresso più alto. Ciò dimostra che, così come il cervello nell'esprimere delle emozioni mette in movimento determinati muscoli facciali, anche azionando questi muscoli in modo volontario, si ha una risonanza statisticamente significativa a livello emotivo. Se è vero quindi che le persone felici sorridono spesso, è anche vero che sono felici *anche perchè* sorridono spesso. Ugualmente chi ha un tono dell'umore basso si auto-rinforza l'umore con le espressioni del viso involontarie.
Per cui, un sorriso finto è al 100% finto? Se ripetuto una volta sola, e dura pochi secondi sì, il tempo che impiega la commessa a dirvi "buongiorno, ha bisogno di aiuto?", facendovi credere che siete delle persone interessanti, mentre invece vorrebbe vedervi uscire dal quel negozio il più in fretta possibile.
Siete in grado di svelare un trucco simile?
Vi sfido.
http://www.bbc.co.uk/science/humanbody/mind/surveys/smiles/index.shtml
Postate i risultati (senza barare).
A presto
Dr. Delogu